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In Europa i Bitcoin non sono una moda passeggera

Un recentissimo sondaggio, che ha viste coinvolte oltre diecimila persone in ben dieci paesi europei, ha messo in evidenza come sia particolarmente alta la percentuale di soggetti interessati all’evoluzione dei Bitcoin. Tra le varie nazioni europee coinvolte da questo sondaggio effettuato da bitFlyer, la Norvegia e l’Italia sono risultati essere tra i Paesi europei più interessati a questa particolare criptovaluta.

Quindi, almeno per quanto riguarda l’Europa, i Bitcoin non sono affatto una moda passeggera. Per avere, poi, un quadro generale sui Bitcoin, il sito SuisseGold.eu è, certamente, un importante punto di riferimento su tutto ciò che riguarda questo tipo di moneta innovativa.

Senza molti dubbi, l’attuale guerra dei dazi che vede protagonisti gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Popolare Cinese, è vista come una potenziale minaccia a quella che è l’economia globale. Di conseguenza, questo status incerto, ha determinato anche in Europa una forte crescita di interesse nei confronti dei Bitcoin.

Creato nel 2009, il Bitcoin, pur essendo di fatto un sistema di pagamento a livello mondiale, da quelli che sono gli esperti di finanza, non è visto come una moneta, ma, piuttosto come un mezzo di scambio considerato tecnicamente altamente volatile.

Quel che maggiormente va a caratterizzare i Bitcoin rispetto a quelle che sono considerate le tradizionali monete, è che il valore dei Bitcoin viene ad essere unicamente determinato dalla domanda e dalla offerta. In altre parole, non ricorre né ad alcun meccanismo finanziario sofisticato e, tanto meno, di un ente centrale. Altro aspetto che contraddistingue i Bitcoin è che tanto il possesso quanto il trasferimento è anonimo.

 

In Italia vanno dichiarati i Bitcoin?

In linea generale, non è necessario andare a dichiarare né all’Agenzia delle Entrate né allo Stato quanti Bitcoin si hanno. Il tema in Italia è, tuttavia, molto complesso e presenta, di conseguenza, aspetti che possono risultare essere controversi. Ecco perché è di fondamentale importanza chiarire e specificare le varie casistiche.

Una prima e fondamentale distinzione è quello che sono tenuti a fare i privati e quello che, invece, debbono fare i privati in caso in cui si posseggano dei Bitcoin.

  • Imprese e Bitcoin

I Bitcoin posseduti da imprese sono considerati esattamente come una valuta estera. Il che significa che, seppure non sia necessario dichiarare quanti Bitcoin una impresa possegga, si dovrà, però, dichiarare le operazioni effettuate, ovvero la medesima procedura che si deve seguire con le altre valute. Questo, ovviamente, oltre che i Bitcoin, riguarda anche ogni altro tipo di criptovaluta che viene ad essere utilizzata da una impresa.

  • Persone fisiche e tassazione Bitcoin

Per i privati cittadini, il discorso cambia. Difatti, se un privato cittadino non svolge alcun tipo di attività finanziaria che risulti essere finalizzata allo scopo di ottenere plusvalenze, seppure riuscisse a realizzarne, non dovrà pagare alcuna imposta.

Mentre, se per almeno sette giorni consecutivi viene ad essere superata una soglia di possesso che abbia un controvalore pari a 51.000 Euro, in questo caso, verrà considerata dall’Agenzia delle Entrate alla stregua di attività speculativa, il che comporta che la persona fisica vada a pagare le tasse su eventuali plusvalenze.

Comunque, in conclusione, il sito SuisseGold.eu è un più che valido faro per comprendere meglio le dinamiche poliedriche che riguardano il mondo dei Bitcoin

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